Wittgenstein

Ludwig Wittgenstein (1889-1951)
(vedi biografia in Wikipedia, e l'inquadramento dell'opera nel '900 in IEP, in UniBergen, ancora in UniBergen e in UniStanford, ).
Non ha scritto un rigo di letteratura, né in prosa né in poesia, ma quanto riporterò qui sotto non può non intendersi come frutto di una estrema sensibilità per le cose del mondo e della vita, e tutta la sua stessa vita è guidata da una poesia che esprime in forma logica essenziale. Ha scritto un solo libro in vita, il Tractatus logico-philosophicus del 1918, pubblicato nel 1921, di sole 87 pagine (nella edizione italiana), ma lasciato manoscritti che non si è ancora finito di sistemare.
__________
Della certezza

1. Se sai che qui c'è una mano allora ti concediamo tutto il resto. (Il dire che questa proposizione così e così non si può provare non significa, naturalmante, che non la si può derivare da altre proposizioni; ogni proposizione si può derivare da altre. Ma può darsi che queste non siano più sicure della proposizione stessa).
2. Dal fatto che a me - o a tutti - sembri così, non segue che sia così. Però si può benissimo chiedere se di questo sia possibile dubitare sensatamente.
3. Se per esempio un tizio dice: <<Io non so se qui ci sia una mano>>, gli si potrebbe replicare: <<Guarda un pò meglio>>. - Questa possibilità di convincersi fa parte del gioco linguistico. E' uno dei suoi tratti essenziali.
...
9. Ora, nella vita, mi accerto di sapere che qui c'è una mano (la mia)?
...
12. Infatti <<Io so ...>> sembra descrivere uno stato di cose che garantisce che quello che si sa è un dato di fatto. Si dimentica sempre l'espressione : <<Io credevo di saperlo>>.
13. Infatti non è vero che dalla dichiarazione dell'altro: <<Io so che è così>> si può concludere alla proposizione <<E' così>>. E neanche dalla dichiarazione, e dal fatto che non è una menzogna. - Ma dalla mia dichiarazione <<Io so, ecc.>> non posso concludere: <<E' così>>? Certamente, e dalla proposizione <<Lui sa che là c'è una mano>>, segue anche <<Là c'è una mano>>. Ma dalla sua affermazione: <<Io so che...>> non segue che lo sa.
14. Prima si deve dimostrare che lo sa.
...
106. Un
.
(tratto da: Ludwig Wittgenstein, Della certezza, L'analisi filosofica del senso comune, Oxford 1969 (trad. it. Einaudi 1978).
.

Kerouac

Jack Kerouac (1922-1969)
(Vedi biografia in Wikipedia , vedi anche l'intervista di Stas Gawronski a Emanuele Trevi su On the road).
.

Gainsbourg

Serge Gainsbourg (Lucien Ginsburg) (1928-1991)
Cantautore, poeta e pittore francese, di famiglia ebrea-russa.(vedi anche su Wikipedia). Iniziò il suo lavoro quando a Parigi Jean-Paul Sartre teneva lezioni di filosofia nei caffè del quartiere latino con la prospettiva della "rivoluzione" (tardi anni '50 e anni '60, quello stesso Sartre che stronca Céline nel 1948, vedi post precedente), e nel testo si risente una certa aria esistenzialista sartriana tendente al nulla dell'esistenza, in contrapposizione aperta con Martin Heidegger che tendeva all'assoluto, mentre il più prosaico Nicola Abbagnano teneva una via di mezzo, improntata al senso comune del vivere (la cosiddetta via italiana all'esistenzialismo). Anche da una semplice "canzonetta" e - se vogliamo - apparentemente superficiale, si può risalire al clima culturale che ne è il sottofondo.
Nel 1969 fece scandalo e fu sequestrato quasi in tutta europa il suo brano "Je t'aime ... moi non plus" con Jane Birkin, foto in basso (qui nella versione originale con Brigitte Bardot, del 1968 ma pubblicata molti anni dopo perchè la Bardot era da poco sposata con il plurimilionario tedesco Gunter Sachs e chiese esplicitamente di non pubblicarla, e il testo, dal sito russo con oltre 28000 testi di canzoni francesi).
__________
L'addetto alla foratura di Lilas


Sono l’addetto alla foratura di Lilas,.................. (1)
il tipo che s'incrocia e non si guarda
Non c’è sole sotto terra, strana crociera
Per ammazzare la noia, ho nella giacca
Dei ritagli del Reader’s Digest
E in questo libercolo c’è scritto
Che dei tipi se la spassano a Miami
Mentre io faccio lo zuavo
In fondo al sotterraneo
Dicono che non ci sono mestieri sciocchi
Faccio buchi nei biglietti


Faccio buchi, piccoli buchi, ancora piccoli buchi
Piccoli buchi, piccoli buchi, sempre piccoli buchi
Buchi di seconda classe, buchi di prima classe

Faccio buchi, piccoli buchi, ancora piccoli buchi
Piccoli buchi, piccoli buchi, sempre piccoli buchi
Piccoli buchi, piccoli buchi, piccoli buchi, piccoli buchi

Sono l’addetto alla foratura di Lilas,

per gli Invalides cambiare all’Opéra, ................ (2) 
vivo nel cuore del pianeta
ho in testa un carnevale di coriandoli
me li porto fin nel letto.
E sotto il mio cielo di maiolica
Vedo luccicare solo le coincidenze
Qualche volta sogno, vagheggio, vedo onde
E nella nebbia in cima al molo
Vedo una nave che mi viene a prendere

Per uscire da questo buco, faccio buchi
Piccoli buchi, piccoli buchi, sempre piccoli buchi

Ma la nave se la squaglia
E mi accorgo che deraglio
E resto nel mio buco a fare piccoli buchi
Piccoli buchi, piccoli buchi, sempre piccoli buchi
Dei piccoli buchi, dei piccoli buchi, dei piccoli buchi, dei piccoli buchi

Sono l’addetto alla foratura de Lilas,
Art et Métier diretto per Levallois ............... (3) 
Ne ho piene le tasche, sono stufo di questa fogna
Vorrei andarmene e fregarmene
Lasciare il mio berretto nello spogliatoio.
Un giorno verrà, ne sono certo
Dove potrò perdermi nella natura
Partirò sulla grande strada .....................(4)
E a ogni costo
E se per me sarà tardi
Partirò con i piedi in avanti.  .....................(5)

Faccio buchi, piccoli buchi, ancora piccoli buchi
Piccoli buchi, piccoli buchi, sempre piccoli buchi

C’è da diventare matto
Da prendere una pistola.
Farsi un buco, un piccolo buco, un ultimo piccolo buco
Un piccolo buco, un piccolo buco, un ultimo piccolo buco

E mi metteranno in una grande buca
E non sentirò più parlare di buchi
Che avevo buchi, piccoli buchi, piccoli buchi
Piccoli buchi, piccoli buchi.
(1958. Brano "Le Poinçonneur de Lilas" dall'album "du chant a la une!" - Testo tratto dal sito frmusique.ru e tradotto dal francese da Marinette Animobono, 2011)
NOTE
(1) Lilas è il capolinea della metro 11, la Porte de Lilas, al confine N-E degli arrondissements 19 e 20 di Parigi.
(2) Sono due stazioni della metro, la prima sulla linea 8, la seconda è l'incrocio delle linee 3, 7 ed 8. 
(3) Sono altre due stazioni della metro.
(4) Il riferimento è quasi sicuramente al romanzo On the road del 1957 di  Jack Kerouak , uno dei massimi rappresentanti della beat generation che ne declina il termine nel 1947. Dello stesso anno 1958 è il romanzo The subterraneans (I sotterranei) sempre di Kerouak. Un antecedente potrebbe essere il viaggio intrapreso attraverso l'America Latina nel 1951 da Ernesto Guevara, poi raccontato nei Diari della Motococletta.
(5) Partire con i piedi in avanti è un'espressione popolare anche italiana per significare essere morto.
__________
La canzone su YouTube.

 Altre interpretazioni su YouTube: (1), (2), (3), (4).

Céline

Louis-Ferdinand Auguste Destouche (1894-1961)
Scrittore e medico, nato a Courbevoie (10 km a N-O di Parigi), morto a Meudon (10 km a S-O di Parigi), è considerato uno degli intellettuali più influenti del '900. Lo pseudonimo Céline, con cui firmò le sue opere, deriva dalla nonna materna. (vedi in Wikipedia) (per i luoghi, vedi mappa sotto)
Accusato di essere filo-nazista per alcuni scritti antisemiti degli anni '30, nel 1944, con la liberazione dalle truppe tedesche, scappò in Danimarca con la moglie Arlette dove visse esiliato e di stenti fino al 1951 quando ritornò in Francia a Meudon per vivere nel più completo isolamento sociale e culturale, anche a causa di uno scritto di J.P. Sartre che lo ritraeva accanitamente, e immeritatamente, come un feroce filo-nazista, quando invece premoniva dalla disgregazione dei valori tradizionali dell'europa ad opera delle lobby finanziarie e massoniche, la cui opera ha meglio ricostruito Gianantonio Valli in un recente e poderoso libro.
__________
Eccoci qui, ancora soli. C'è un'inerzia, in tutto questo, una pesantezza, una tristezza ... Fra poco sarò vecchio. E la sarà finita una buona volta. Gente n'è venuta tanta in camera mia. Tutti han detto qualcosa. Mica m'han detto gran che. Se ne sono andati. Si son fatti vecchi, miserabili e torpidi, ciascuno in un suo cantuccio di mondo.

E' l'Inizio di Morte a credito, 1932, traduzione di Giorgio Caproni pubblicato in Italia nel 1964 con censura e nel 1987 integralmente, un romanzo con riferimenti autobiografici alla sua infanzia ambientata nel Passage Choiseul a Parigi (vedi mappa sotto e come raggiungerlo). La diffusione dei Passage a Parigi (vedi Wikipedia), tipica della prima metà dell'ottocento è stata poi imitata anche in Italia, con Torino, Milano, Roma Napoli, Firenze, ecc., dopo l'Unità, costituendosi come operazioni di ristrutturazione urbanistica e sociale di quartieri malfamati, ma in realtà di mera speculazione finanziaria.
__________
Su questo sito si trovano delle poesie di Céline, ma l'autenticità non è provata.
Interessanti anche due interviste a Céline, la cui fonte non ho ancora acquisito (1) e (2).
Interessante anche la raccolta di foto di Céline in questo sito, e una bibliografia in quest'altro sito.
Una ponderata riflessione critica dell'opera di Céline in questo sito.

Vysotsky

Vladimir Vysotsky (Vysockij) (Высоцкий) (1938-1980)
Poeta, cantautore e attore russo (vedi biografia e alcuni testi tradotti, vedi anche in Wikipedia)
__________
Oltre un centinaio di canzoni in formato Mp3 (con testo) sono sul sito web della Biblioteca Nazionale di Mosca, e possono essere scaricate gratuitamente.
Vedi anche in YouTube.
__________





La fucilazione dell'eco 
.
Nel silenzio del valico, dove le rocce non sbarrano il cammino ai vènti, 
In questi anfratti dove nessuno è mai riuscito a penetrare 
Viveva un’allegra eco dei monti, 
Rispondeva alle grida, alle grida degli uomini. 
.
Quando la solitudine salirà alla gola come un nodo 
E un gemito soffocato, quasi senza rumore, scivolerà nell’abisso, 
Agile, l’eco afferrerà il grido d’aiuto, 
Lo rafforzerà e lo porterà via con cura nelle sue mani. 
.
Non dovevano essere uomini, gonfi di veleni e di oppio, 
Quelli che giunsero per uccidere e ammutolire la gola viva, 
Se nessuno ne sentì i passi e i grugniti. 
Legarono l’eco e nella sua bocca misero un bavaglio. 
.
Per tutta la notte continuò la farsa sanguinosa e crudele, 
L’eco venne calpestata, ma nessuno sentì nulla. 
All’alba l’eco dei monti, ammutolita, venne fucilata 
E pietre sprizzarono, come lacrime, dalle rocce ferite.
(1974. Ripreso dal sito: La canzone d'autore e la traduzione, visitato 4-1-2011,traduz. R. Venturi e O. Bondareva)

La caccia ai lupi
Sono stremato, ho i tendini a pezzi.
Ma oggi, ancora come ieri
sono braccato. Braccato!
I tiratori allegri corrono ad appostarsi.
Dietro gli alberi un tramestio
di fucili a canne doppie,
.... 
(trascritto dal video YouTube)

Černá

Jana Černá (1928 - 1981)
Nata a Praga e morta per incidente stradale a Praga a 53 anni. Figlia di Milena Jesenská (nelle lettere di Kafka) e Jaromír Krejcar. Fin dall'infanzia ebbe una vita assai dura. Nel dopoguerra frequentò l'underground dissidente praghese (movimento simile alla beat generation), dove era conosciuta come Honza (nomignolo da Jan) Krejcarova (cognome da nubile) (vedi in Wikipedia).

Vedi alcuni testi di Jana sul web: Spulp -
Vedi siti sulla Primavera di Praga: Palazzo delle Esposizioni
__________



Dalla raccolta
Nel giardino del padre

Andremo a cavalluccio
come quand'eravamo piccoli
come quand'eravamo grandi
.
Volare dentro un aeroplano
volare dentro un letto

Non chiavo volentieri all'aria aperta
non mi riesce di allargare le gambe
.
E poi mi si strusciano sopra i bruchi
.
Su questo modo di chiavare uscirà un
numero speciale dell'edizione della sera
su Lidové noviny ne tratterà un articolo di fondo
che avrà per titolo Fatelo con me
(21-12-1948. Ripresa da: Jana Černá, In culo oggi no, Edizioni e/o, Roma 1992, Prefazione di Egon Bondy, Traduzione dal ceco di Alessio Cobianchi, pseudonimo di Claudio Poeta)

Majakovskij

Vladimir Vladimirovič Majakovskij (1893 – 1930)
Nato a Bagdadi (poi Majakovskij) in Georgia, figlio di un guardiaboschi, orfano a soli sette anni, ebbe un'infanzia difficile e ribelle (vedi in Wikipedia).
__________
Nel lavoro poetico vi sono soltanto alcune regole generali che consentono di cominciare. Del resto, sono anch'esse puramente convenzionali. Come negli scacchi. Le prime mosse sono quasi sempre le stesse. Ma poi, sin dalla mossa che segue, si comincia ad ordire un attacco inedito. Neanche la mossa più geniale può essere ripetuta, in una situazione identica, nella partita successiva. Solo una mossa imprevista disorienta l'avversario.
Proprio come le rime impreviste in poesia.
Quali elementi sono indispensabili per dare inizio al lavoro poetico?

Primo. La presenza, nella società, di un problema la cui soluzione è concepibile soltanto con un'opera poetica. L'ordinazione sociale. (Tema interessante per uno studio specifico: discrepanze tra l'ordinazione sociale e quella pratica).
.
Secondo. La conoscenza esatta o, meglio, la percezione delle aspirazioni della propria classe (o del gruppo che si rappresenta) riguardo al problema dato, ossia un orientamento finalistico.
.
Terzo. Il materiale. Le parole. L'ininterrotto arricchimento dei depositi, dei magazzini del proprio cranio con parole necessarie, espressive, rare, inventate, rinnovate, derivate e d'ogni altro genere.
.
Quarto. L'attrezzatura dell'officina e gli strumenti di produzione. Penna, matita, macchina per scrivere, telefono, un vestito per pernottare al dormitorio pubblico, una bicicletta per recarsi in redazione, una scrivania ben organizzata, un ombrello per scrivere sotto la pioggia, una superficie abitablile dove percorrere quel dato numero di passi ch'è necessario al lavoro, il collegamento con una agenzia di ritagli per l'invio del materiale sulle questioni che interessano la provincia, ecc., ecc., nonché la pipa e le sigarette.
.
Quinto. Le abitudini e i procedimenti di lavorazione delle parole, infinitamente individuali, che si acquisiscono dopo anni di lavoro quotidiano: rime, misure, allitterazioni, immagini, abbassamenti di stile, enfasi, finali, titoli, forme grafiche, ecc., ecc..  
.
Esempio: il mandato sociale esige che si forniscano parole per le canzoni dei soldati rossi in partenza per il fronte di Pietroburgo. Orientamento finalistico: sbaragliare Judenic. Materiale: il lessico soldtesco. Strumenti di produzione: un mozzicone di matita. Procedimento: lo stornello rimato.
(1926. Ripreso da: Vladimir Majakovskij, Poesia e rivoluzione, Editori Riuniti, 1968)

__________
Dietro una donna
.
Spostato su col gomito un lievito di nebbia,
colava biacca da una fiasca nera
e a briglia sciolta nel cielo
canuto e greve caracollava fra le nuvole.
.
Nel fuso rame di case stagnate
a stento si contengono i tremiti delle vie,
stuzzicati da un rosso mantello di lussuria,
i fumi diramavano le corna dentro il cielo.
.
Cosce-vulcani sotto il ghiaccio delle vesti,
messi di seni mature già per il raccolto.
Dai marciapiedi con ammicchi malandrini
frecce spuntate insorsero gelose.
.
Stormo che a un colpo di tacco si levi a volo nel cielo
preghiere di altezze presero al laccio Iddio:
Con sorrisi da topi lo spennarono
e beffarde lo trassero per la fessura d’una soglia.
.
L’Oriente in un vicolo le scorse,
più in alto risospinse la smorfia del cielo
e il sole dalla nera borsa strappato fuori
pestò con cattiveria le costole del tetto.
(1913. Tratto dal sito: http://thejackspage.spaces.live.com/blog/cns!F32DE3952BDE3BC8!739.entry visitato il 2-1-2011)