(vedi biografia in Wikipedia, e l'inquadramento dell'opera nel '900 in IEP, in UniBergen, ancora in UniBergen e in UniStanford, ).
Non ha scritto un rigo di letteratura, né in prosa né in poesia, ma quanto riporterò qui sotto non può non intendersi come frutto di una estrema sensibilità per le cose del mondo e della vita, e tutta la sua stessa vita è guidata da una poesia che esprime in forma logica essenziale. Ha scritto un solo libro in vita, il Tractatus logico-philosophicus del 1918, pubblicato nel 1921, di sole 87 pagine (nella edizione italiana), ma lasciato manoscritti che non si è ancora finito di sistemare.
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Della certezza1. Se sai che qui c'è una mano allora ti concediamo tutto il resto. (Il dire che questa proposizione così e così non si può provare non significa, naturalmante, che non la si può derivare da altre proposizioni; ogni proposizione si può derivare da altre. Ma può darsi che queste non siano più sicure della proposizione stessa).
2. Dal fatto che a me - o a tutti - sembri così, non segue che sia così. Però si può benissimo chiedere se di questo sia possibile dubitare sensatamente.
3. Se per esempio un tizio dice: <<Io non so se qui ci sia una mano>>, gli si potrebbe replicare: <<Guarda un pò meglio>>. - Questa possibilità di convincersi fa parte del gioco linguistico. E' uno dei suoi tratti essenziali.
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9. Ora, nella vita, mi accerto di sapere che qui c'è una mano (la mia)?
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12. Infatti <<Io so ...>> sembra descrivere uno stato di cose che garantisce che quello che si sa è un dato di fatto. Si dimentica sempre l'espressione : <<Io credevo di saperlo>>.
13. Infatti non è vero che dalla dichiarazione dell'altro: <<Io so che è così>> si può concludere alla proposizione <<E' così>>. E neanche dalla dichiarazione, e dal fatto che non è una menzogna. - Ma dalla mia dichiarazione <<Io so, ecc.>> non posso concludere: <<E' così>>? Certamente, e dalla proposizione <<Lui sa che là c'è una mano>>, segue anche <<Là c'è una mano>>. Ma dalla sua affermazione: <<Io so che...>> non segue che lo sa.
14. Prima si deve dimostrare che lo sa.
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106. Un
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(tratto da: Ludwig Wittgenstein, Della certezza, L'analisi filosofica del senso comune, Oxford 1969 (trad. it. Einaudi 1978).
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